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“Non succederà più” di Ruggero Inglese

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Lo abbiamo detto e ripetuto tante volte, “Non succederà più”, vuol dire Non succederà più.

Ed è dalla fine degli anni di piombo che è stato deciso all’unanimità da tutte le parti, politiche e non. Si era detto: Istruzione, usare l’esperienza negativa del movimento del’77 come monito per le generazioni future, ed invece… ci ritroviamo nel momento di più grande polarizzazione, a tre/quattro poli al momento se consideriamo tutte le aberrazioni che stiamo sentendo dal “rossobrunismoalla terza posizione di Roberto Fiore.

L’incursione, perché di questo si tratta, di CasaPound dentro le scuole Italiane, inneggiando ad un molto improbabile rapporto tra la Mafia e l’Antifascismo. Quest’ultimo nasce intrinsecamente contro le Mafie, che sono infiltrate dentro il tessuto politico Italiano da ben prima dell’avvento del fascismo nel ventennio. Ci sovviene alla mente il film di Mario Martone, “Noi Credevamo”, dove il regista riprende una narrativa che vuole il signor Francesco Crispi, appartenente alla “sinistra storica” nato a Ribiera, provincia di Agrigento e poi Presiedente del Consiglio del Regno d’Italia, nella fase della monarchia costituzionale, diventato un ponte tra “Torino Capitale” e la Mafia, in questa versione dei fatti si vuole sottolineare che egli ha finanziato tramite alcuni soggetti il crimine organizzato, facendone di fatto una sorta di “braccio armato dello Stato”. Vogliamo sperare che durante la Costituzione della Repubblica Italiana gli eredi politici di Francesco Crispi siano stati allontanati dalla vita politica, ma se pensiamo già al nostro affezionatissimo “compagno Rizzo”, appassionato di boxe e del Toro, ricordiamolo sempre, già qualche dubbio potrebbe salirci.

Questa deformazione della narrativa, crea grosse confusioni nella mente dei nostri poveri ragazzi, che rischiano di trovarsi in “qualcosa più grande di loro” e che non conoscendone i dettagli, potrebbero portarli a compiere azioni o associazioni “pericolose” anche per la loto stessa incolumità e vita civile. Oltre ciò abbiamo notato un’altro comportamento “borderline” da parte delle istituzioni, soffermiamoci sul comma 1 dell’articolo 31 del DDL sicurezza che recita così: «obbliga chi lavora nelle Università e negli enti di ricerca a collaborare con i servizi segreti».

Tutto ciò mentrei servizi segreti Italiani vivono il loro peggior momento dal processo Moro Quater e la Commissione Parlamentare del 2015, dove è stato comprovato che i servizi soggiogarono e furono implicati nella strage di Bologna come anche in tanti altri casi, come quello della scuola di lingue Hyperion, dove sono comprovati i rapporti tra i direttori della scuola ed i servizi Nato ed Italiani con il signor Duccio Berio, esponente di primo piano della Hyperion ed al momento cittadino francese, a suo dire per una dimenticanza al momento di dover presentare istanza per la doppia nazionalità, ciò che asserisco può essere facilmente reperito on-line con tanto di audizioni registrate ed audibili.

I due capi dei servizi, interno ed esterno si stanno accusando vicendevolmente, il caso Almasri è ancora irrisolto, la fuga di notizie dalle chat WhatsApp di Fratelli d’Italia potrebbero essere solo

“la punta dell’iceberg”. Anche in merito a ciò la Costituzione Italiana parla chiaro: e come ci ha fatto notare l’Aisa (Associazione Italiana per la promozione della scienza aperta), tramite l’ex procuratore Armando Spataro e per lui si tratta di un: «orientamento politico finalizzato ad estendere il ruolo delle agenzie di informazione nella direzione di attività che non competono loro, come, in particolare, quelle di indagine giudiziaria».

Siamo davanti ad un altro tentativo di infiltrazione da parte di una parte dello Stato, anche perché quando si tratta di Servizi dovrebbero essere coinvolte tutte le parti politiche, questo per una questione di “sicurezza nazionale” ed impedire che altri Paesi o altre forze esterne influiscano pesantemente nella vita politica del Paese

Le verità giudiziarie e processuali come la narrativa dei fatti vengono, come nel caso de “Il Signore degli Anelli” usati ad uso e consumo di una parte deviata dell’Italia e dello Stato, siamo davanti a delle deformazioni della narrativa e della realtà ai confini di questa per parafrasare
Rod Serling. “Il Signore degli Anelli” del grande J.R.R. Tolkien è un romanzo diviso in tre tomi.

Chi scrive detesta fare “spoiler” specialmente quando si tratta di un romanzo che tutti dovrebbero leggere, è il secondo libro più venduto di sempre dopo “La Sacra Bibbia” ma dovrò fare uno strappo alla regola, la saga finisce con tutti i popoli della Terra di Mezzo (il Mondo dove ci troviamo) che si uniscono contro il male, incarnato da Sauron, l’Oscuro Sire e lo battono in epiche battaglie e soprattutto “distruggendo l’Anello”. in più l’ultima scena è dedicata al matrimonio tra
Arwen, un elfa immortale ed Aragorn, un uomo mortale e quindi proveniente da un altra area geografica e popolazione, gli Umani, intesi nel loro insieme seppur con le loro differenze di cultura e appartenenza di Regno. In più, posso assicurare che in più prefazioni Tolkien specifica più volte di non essere fascista, imperialista o colonialista. Questo è un abuso che supera il mio concetto stesso di abuso. Questo vuol dire impossessarsi di un icona del Mondo della scrittura per eleggerlo a nuovo Ezra Pound o giù di lì…anche molto più giù.

In conclusione ci sembra doveroso dover sottolineare che confondere le acque al punto di di offendere la memoria delle vittime della Mafia, in primis Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, e le esperienze, da quella partigiana a tutte le altre resistenze attuate in Italia è davvero criminoso ed illegale.

Trasmettere questa confusione ai ragazzi e non raccontare la verità sugli ultimi 50 anni in Italia è per noi delittuoso. È criminale cercare di traviare i ragazzi sia con le fandonie che abbiamo visto scritte nelle scuole di Udine, Milano, Cagliari e Roma ed altrettanto con il tentativo

di “reclutamento di massa” negli atenei con questo articolo 31 comma 1 che sembra un’operazione da Stato deviato, e chiediamo urgentemente ragguagli a riguardo a tutte le forze politiche.

Con in mente la più grande idea e volontà di pluralismo, ripetiamo a gran voce che:

Non succederà più” vuol dire: “NON SUCCEDERÀ PIÙ!”

Ruggero Inglese.

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