In Italia ci sono circa una decina di cimiteri per animali. Noi vi raccontiamo quello di Cosenza, aperto nel 2020 da due fratelli con l’obiettivo di accompagnare nel dolore chi perde un cucciolo ed evitare che i corpi morti vengano gettati via
Pensavamo che il cane fosse il migliore amico dell’uomo, invece in molti lo considerano come un fratello o una sorella. Così anche gatti, criceti, tartarughe, e altre specie di animali, coabitano come parte integrante di tante famiglie. Quasi un legame di sangue, fino a quando non passano a “miglior vita” e trovano l’eterno riposo, o meglio “La Dolce Quiete”, al cimitero per animali in via Padula, a San Pietro in Guarano, nel territorio cosentino. Lo hanno creato e lo gestiscono due giovani fratelli, Federica Munno di 29 anni e il fratello Francesco, 27 anni. Circa 10 ettari di terreno che hanno richiesto molti sforzi per renderlo il posto che è oggi, a livello legale ed estetico. In Calabria c’è anche “Il giardino di Artemide” nella periferia reggina.
I due fratelli spiegano come funziona il “R.i.p.” degli animali. La cosa più straziante è effettuare il servizio di ritiro, con il loro furgone. “Entrare nelle case di persone che hanno visto spirare il proprio animale è straziante. A volte alcune famiglie coprono gli occhi agli altri animali della casa, come a preservarli da questa sofferenza, e neanche loro stessi riescono a guardare la piccola cassa, dato che il dolore è immenso”. Altre volte, invece, è chi ha perso l’animale a portarlo in cimitero. È a tutti gli effetti come un camposanto degli esseri umani, infatti c’è anche una camera mortuaria – che i fratelli considerano un luogo sacro e quasi ‘inviolabile’ – dove in giornate molto piovose il cane, il gatto o qualsiasi animaletto viene adagiato e dare alla famiglia la possibilità di fare la veglia, pregare, dirgli addio come preferisce.
Anche gli animali hanno il “cognome”
Camminando tra le piccole lapidi si vive sulla propria pelle la vita di tanti amici a quattro zampe. Chi è venuto a mancare troppo presto, addirittura una cucciolata di cagnolini a cinque giorni di vita, chi nato alla fine degli anni ’90. Parliamo di tante specie di animali, grandi e piccole. Alani, tartarughe, gatti, coniglietti, criceti, “se ce lo chiedessero potremmo allestire uno spazio mortuario anche per i cavalli”, affermano i fratelli. Le tombe, in erba sintetica e con una cornice di legno, parlano da sole. C’è quella con la ciotola consumata del proprio animale, quella con i calzini mangiucchiati per tanti anni dal proprio cane, chi ha formato un cuore con delle pietruzze bianche. Ogni tomba racconta una storia, che è anche il senso primo di questo cimitero. Molte tombe sono decorate in modo sfarzoso. Quella di un labrador, ricca di fiori, che fa davvero pensare alla sua vivacità. Una piccola statua, accanto alla foto in cui è insieme alla sua famiglia, lo ritrae felice, e dà un senso di pace. A incorniciare questa baraonda di emozioni ci sono le panchine, il panorama costellato di colline e il cielo aperto, un’atmosfera accogliente e limpida. Un’altra iniziativa molto inclusiva, è che sulle targhette, oltre ai nomi, si leggono anche i cognomi, segno che tutti questi animali hanno davvero fatto parte di nuclei familiari. “Non tutti capiscono quanto sia doloroso separarsi dal proprio animale da compagnia. E come avete visto non parliamo solo di cani e gatti – precisano i due fratelli – Di recente è venuta una persona che aveva perso, a distanza di poco tempo, genitore e animale e pativa un dolore immenso”.
I costi del servizio
Come ogni inumazione ci sono dei costi. Ovviamente per le persone che sostengono e curano iniziative di questo tipo, con tutte le carte in regola si intende, ci sono costi notevoli da sostenere. Gestione del terreno, manutenzione, recinti sicuri da barriera agli animali selvatici, cancello elettronico e tutti i costi degli spostamenti, i materiali che servono per trattare gli animali che vengono a mancare, non ultime le casse su misura. Possiamo dire che al sud Italia il prezzo per il servizio completo può variare dai 300 ai 400 euro per un animale di taglia piccola o media, fino a salire, per animali molto grandi. Presso “La Dolce Quiete” si effettua un solo pagamento, valido per cinque anni. Le persone possono andare a trovare il loro caro per sempre. Dopo questo periodo vi è una piccolissima quota per mantenere il posto singolo, altrimenti si sposta l’animale nell’ossario. Funziona proprio come per le persone.
Suini in salute abbattuti in provincia di Pavia
I cimiteri per animali sono presenti in vari punti dell’Italia. A Roma c’è “Casa Rosa”, dal 1923 quello più antico d’Italia, a Milano c’è “Il fido custode”, che con oltre 200 tombe è considerato il ‘camposanto’ più grande d’Italia, e Google ci dice è aperto 24 ore su 24. Ad Aulla, tra Toscana e Liguria c’è “Il parco degli affetti” e altri sono a Padova e Ravenna. Di recente il “Rifugio cuori liberi” di Zinasco, in provincia di Pavia che non è un cimitero ma un santuario per animali in vita, salvati dal macello o da condizioni di malessere accentuate. Luogo che di recente ha destato l’attenzione mediatica perché sono stati abbattuti maiali perfettamente sani (non da allevamento ma animali da affezione), che provavano affetto, stress, rabbia, felicità e vivevano in armonia con i loro umani e avevano persino dei nomi: Crosta, Crusca, Pumba, Dorothy, Mercoledì, Bartolomeo, Ursula, Carolina e Spino. Nove suini brutalmente abbattuti e gettati come rifiuti da veterinari e forze dell’ordine.
Questo è successo a causa della peste suina, i cui primi focolai sono nati da allevamenti intensivi e non dai santuari. All’interno degli allevamenti intensivi i maiali sono destinati al macello, sono tenuti in condizioni psichiche e fisiche al dir poco terribili e a causa di questo, anche Il Rifugio Cuori Liberi ha dovuto pagarne le conseguenze. E purtroppo, per evitare che la malattia potesse diffondersi ulteriormente, ai maiali da compagnia del rifugio è stata tolta la vita, senza che i loro proprietari potessero dire nulla. Questo dimostra una delle questioni aperte e urgenti, molti animali non hanno ancora diritti, sono trattati solo come pezzi di carne di cui disfarsi. Fatto inaccettabile perché ogni animale merita di vivere dignitosamente e di morire nel medesimo modo.
“È importante sensibilizzare le persone la vita e la morte degli animali non vengano trattate alla stregua di scarpe vecchie – afferma Federica – il nome La Dolce Quiete vuole proprio indicare la tranquillità, non solo degli animali che riposano nel cimitero ma delle persone che vengono a fargli visita immersi nel verde e nel silenzio”.
Il dolore ci mette tanto tempo a svanire, se mai lo farà, è importante farlo nostro. Come scriveva Dino Buzzati ne “I miei cani” nel 1959: “In questi giorni ho fatto imbiancare la casa ma quella macchia ho voluto che non la togliessero. È l’ultima cosa al mondo che rimane di lui, povero Napoleone. Però io la guardo, questa macchia (più che macchia è un’ombra sull’intonaco bianco). Di giorno in giorno misteriosamente impallidisce. Il tempo si porta via anche quella”.
Sarebbe bello che tutti, anche chi non ama avere altri animali intorno a sé, capisse che, la vita ha bisogno di lasciare un segno, nessuno deve essere gettato come spazzatura. La Dolce Quiete esiste proprio per questo.