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A Cittadella del Capo Biancaneve e Gertrude donano il midollo osseo

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L’Italian Bone Marrow Donor Registry (Ibmdr) è il Registro Nazionale Donatori di Midollo Osseo. Un elenco molto importante al quale sono iscritti individui di età compresa tra i 18 e i 35 anni che hanno deciso di donare il midollo osseo a chi ha gravi malattie del sangue, come la leucemia. Ma trovare un donatore compatibile, purtroppo, è l’eccezione, non la regola. Per questo i bambini di Bonifati e Cittadella del Capo – che a metà agosto si trasforma nel Paese di Gertrude – questa estate hanno fatto qualcosa di molto speciale. Con il loro teatro dei burattini hanno portato in scena “Biancaneve e i sette nani: storia di una donazione”, e sono riusciti a convincere 27 persone a iscriversi a questo Registro “salvavita”. Ventisette nuovi iscritti che adesso attendono – nella speranza di fare una buona azione – la chiamata della compatibilità.

La storia inizia nel 2011, quando la comunità di Cittadella del Capo piange Roberta, giovane guerriera che aveva provato a lottare contro la leucemia. “Roberta era una ragazza molto generosa, la cosa più bella di lei era la sua capacità di vedere l’altro – racconta Francesco De Francesco, presidente dell’associazione Il Paese di Gertrude – Quando ci ha lasciato per noi è stata una brusca sveglia e abbiamo deciso che la maniera più adeguata per ricordarla fosse riprendere in mano un vecchio festival di Cittadella che lei amava tanto e, nello stesso tempo, sensibilizzare la comunità su quanto sia importante donare il midollo osseo”.

Infatti, negli ultimi anni, nei giorni di Ferragosto, il lungomare sotto Palazzo del Capo si è acceso tra musica e giochi per i bambini, con una autoemoteca concessa dall’Avis per la campagna “Hemo Sapiens”, donare il sangue e reclutare nuovi donatori di midollo. Durante i precedenti festival sono stati oltre cento i donatori che si sono iscritti al Registro Nazionale proprio lì “e tre di questi sono risultati anche compatibili per salvare tre vite”, precisa De Francesco, “questo ci ha dato la conferma che stavamo facendo la cosa giusta”.

Cosa giusta e doverosa perché, come ricorda Alessandra Caputo, tra gli organizzatori di Gertrude, in prima linea, trovare un donatore compatibile è un miracolo. “Il rapporto è di 1 a 4 tra consaguinei, e se non si trova tra i propri familiari bisogna andarlo a cercare nel Registro, appunto, dove la compatibilità è di 1 ogni 100 mila persone, quindi ancora più complicato”. Per questo, ribadisce Caputo, bisognerebbe fare divulgazione sul tema ovunque, anche a scuola come argomento di educazione civica.

Dopo cinque anni di pausa e la pandemia di mezzo, quest’anno Gertrude è tornata, più viva che mai. Mediaterronia ha seguito il festival fino a Ferragosto e al 14 agosto, come spiegava Giacomo Zavaglia, uno dei volontari sull’autoemoteca, si contavano 4 nuovi iscritti al Registro. Tra il 16 e il 18 c’è stato un incremento notevole e si è arrivati a 27 di questa edizione e in totale 127 da quando esiste Il Paese di Gertrude.

“Eiho’ eiho’, il midollo osseo andiamo a donar”. Tutto merito delle bambine e dei bambini di Cittadella e Bonifati, guidati dalla sceneggiatura e regia di Vania Ruggiero e Maria Antonietta Garau, rispettivamente psicologa ed educatrice di un istituto per disabilità mentali a Bonifati. Sono state loro due a proporre al festival il contributo di Biancaneve, narrata attraverso il teatro dei burattini. Le pazienti con disabilità psichiatriche, ospiti della casa famiglia, hanno collaborato con i bambini cucendo gli abiti di “scena” dei burattini.

Gianluca Palma

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