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I detenuti del carcere di Cosenza danno “l’Incipit” a Laudomia

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Tre persone recluse nell’alta sicurezza della Casa Circondariale “Sergio Cosmai” di Cosenza inaugurano con una mostra d’arte la seconda edizione di Laudomia, festival di narrativa indipendente che inizia domani, 14 settembre, tra le statue del MAB

Quando mio figlio mi ha chiesto cosa fosse un carcere, e cosa ci facessero le persone dentro quel posto, è stata dura trovare una risposta. Lui aveva 4 anni e io non avevo idea di quello che ci fosse al di là di quelle mura. In due anni, quella risposta è arrivata in maniera naturale, permettendomi di avvicinarmi a questo mondo sempre più. E dandomi la possibilità, un anno fa, di varcare quei cancelli che si chiudono alle tue spalle e si aprono davanti a te solo se quelli dietro sono serrati. Come libreria Raccontami, abbiamo accompagnato Antonio Carpino, docente, e Maria Pina Iannuzzi, editrice, alla Casa Circondariale di Paola (Cs) a presentare il libro “Narratori dentro. Storie fuori dal carcere”, edito da Le Pecore Nere, curato da lui insieme ai detenuti, suoi alunni, all’epoca reclusi lì. L’incontro con Pasquale, uno di loro, è stato illuminante. Ricordo bene le sue parole: “È giusto pagare per quello che abbiamo commesso, ma una volta scontata la mia pena, quella etichetta non verrà mai più tolta”.

Le etichette. Quanto le ho odiate e continuo a odiarle. Come se si potesse racchiudere la ricchezza dell’essere umano in una parola, in una scatola chiusa e asettica. Non ho smesso di pensare a quel breve dialogo per diversi mesi. Poi l’incontro con Emy Scarpelli, giurista esperta del sistema penitenziario, e Teresa Paese, arteterapeuta, ha portato alla nascita del corso di volontariato penitenziario, che si è tenuto negli scorsi mesi proprio nella nostra la libreria e che vedrà una nuova edizione partire il 7 ottobre. Un’altra volta si sono spalancati i cancelli. Stavolta entravamo in 7, con un progetto ideato da un gruppo di volontarie dal titolo “Incipit”. Di parole prime e di immagini prime derivate dalla lettura. Su questo verteva questa serie di incontri con otto detenuti della alta sicurezza della Casa Circondariale di Cosenza.

Le volontarie fuori dalla Casa Circondariale di Cosenza,
da sinistra: Valeria Veschini, Teresa Paese,
Marta Monteleone e Mariella Belfiore
Alcune rappresentazioni artistiche del progetto “Incipit”

All’inizio un giro di conoscenze, poi la presentazione del progetto, il cimentarsi con la trasformazione in arte di quello che si leggeva. Solo i primi versi. Una sfida durissima perché quasi mai quelle parole restituivano l’idea e la trama del libro. Anzi confondevano. Ma ci hanno provato. Hanno provato a cimentarsi con le emozioni, a modellare quello che pensavano e sentivano e lo hanno tradotto in forma artistica. Qualcuno potrà pensare che per gente abituata a frequentare certi ambienti non significhi nulla e invece non è così. Confrontarsi e tirare fuori quello che si ha dentro è molto più difficile perché significa mettersi a nudo. E farlo davanti a persone estranee è molto più facile che davanti ai compagni di cella.

Farlo poi con ironia e sorriso sulle labbra, con gli occhi che brillavano di gioia. Ho passato notti insonni ripensando alle loro parole: “Dottore’, noi qua ridiamo e cerchiamo sempre di essere felici, ma dentro vorremmo morire”. Notti in cui, estraniandomi dal giudizio penale, mettevo in pratica l’esercizio più bello del mondo, l’empatia. Come si fa a vivere senza libertà? Come ci si sente a leggere “fine pena mai”. Mi sono resta conto che quei momenti insieme erano boccate d’aria fresca. Che c’era chi aveva imparato a dare un significato nuovo al termine “riciclaggio“, nel senso letterale, per fortuna, e non penale della parola. “Marta – mi ha detto uno di loro – da ora in poi, quando sentirò questa parola penserò a te e al tuo riciclare ogni cosa”. Le mie lacrime dell’ultimo giorno, quando ho raccontato cosa mi aveva spinto a fare questa esperienza.

Come mi piace ricordare, sarebbe importante tenere a mente che un comportamento può essere giusto o sbagliato. Le persone no. Le persone hanno, fortunatamente, una ricchezza interiore che le porta a non stare all’interno delle famose etichette. Fortunatamente, ripeto. Come sarebbe la vita se a nessuno venisse data una seconda opportunità? Se a nessuno venisse offerta più fiducia? Queste domande sono il mio mantra ed è quello che cerco di perseguire: essere stata per loro, insieme alle altre colleghe di questa esperienza, quella seconda possibilità. Portare il fuori dentro le mura del carcere ha ridato una ventata di speranza a chi quel vento, per respirarlo a pieni polmoni, deve, diciamo così, aspettare ancora un po’.

Una domanda importante che mi pongo, che ci poniamo è questa: siamo state capaci di portare, invece, il dentro fuori? Ci abbiamo provato con Laudomia, festival Letterario indipendente seconda edizione. L’evento è organizzato da “La Base” insieme ad alcune librerie indipendenti cittadine (Juna, Mondadori, Raccontami, Ubik), case editrici (Coessenza, Edizioni erranti, le pecore Nere, Talos) e realtà associative (GAIA, La Terra di Piero). Dopo il grande successo di partecipazione di settembre 2022, dedicato all’eresia, abbiamo deciso di replicarlo anche questa fine estate 2023, per una tre giorni 14, 15 e 16 settembre che si svolgerà intorno alle statue de MAB, il museo all’aperto Bilotti. Edizione dal titolo “Lead. Le parole prime”, quest’anno, infatti, si discute dell’uscita dal silenzio, l’inizio del discorso. Il ritorno al logos nell’era della comunicazione digitale, un rinnovato rapporto tra letteratura, scienze e natura.

Una presentazione della prima edizione di Laudomia

Cosa c’entra il carcere con Laudomia? A inaugurare la rassegna, giovedì pomeriggio 14 settembre, sarà proprio la mostra “Incipit“, con le opere realizzate dagli otto detenuti dell’alta sicurezza della Casa Circondariale “Sergio Cosmai” di Cosenza. Un percorso molto interessante che ha portato alla lettura delle prime pagine dei libri di narrativa che saranno presentati durante il festival. Dopo aver letto l’incipit, appunto, i detenuti hanno cercato di fissare, prima nella loro mente, poi sul materiale che veniva messo loro a disposizione, la prima immagine derivata da questa lettura. Quello che ne è scaturito è un immaginario ricco, punti di vista diversa rispetto a chi vive fuori dalle sbarre, la certezza che, sempre e comunque, a salvarti è l’amore.

La relazione di empatia che si è venuta a creare con loro ha permesso di scavare nell’interiorità, di far venire alla luce emozioni e sentimenti seppelliti dal cemento dentro cui vivono. I sorrisi, che celavano la difficoltà di vivere una vita priva di libertà, hanno portato a creare un clima sereno all’interno del quale lavorare con ironia e intelligenza. Anche ironia, sì. Lo ricordavo prima, è stato molto toccante quando uno di loro è riuscito a scherzare, tra virgolette, sul reato che aveva commesso, e da quel momento in poi avrebbe inteso la parola “riciclare” per quello che è letteralmente, dare nuova forma e vita agli oggetti. 

Ecco, credo che “Incipit” sia stato questo. Cambiare prospettiva, acquisire un nuovo sguardo sul mondo “dentro” e sul mondo “fuori”. Dimenticare il giudizio e il pregiudizio e porsi, verso una persona, con un approccio nuovo. L’ambiente che si era creato era quello di persone simili che, tra sorrisi, riflessioni e battute, danno vita ad uno scorcio di umanità, per loro, mai visto prima.

Laudomia ha avuto il merito di tessere le fila di tutto questo. Per cui ecco di seguito il calendario completo.

*Marta Monteleone, libreria Raccontami,

co-organizzatrice festival Laudomia

14 settembre

Ore 16,30 Inaugurazione Festival e Mostra “Incipit” a cura dei detenuti della sezione Alta Sicurezza della Casa Circondariale di Cosenza, a seguito di un progetto della Libreria Raccontami

Ore 17.00 Presentazione di Comunque nude. La rappresentazione femminile nei monumenti pubblici italiani, Associazione Mi Riconosci, edizioni Mimesis.  Rosanna Carrieri. L’autrice dialoga con Vittoria Morrone e Maria Giovanna Rullo sotto la statua de La bagnante e L’accoccolata.

Ore 18.00 Presentazione di Grande di Daniele Nicastro, edizioni Einaudi . L’autore dialoga con Emanuela Internò sotto la statua de Il Cardinale.

Ore 19.00 Presentazione di Tarassaco di Angelo Argondizzo, edizioni Scatole Parlanti. L’autore dialoga con Marta Monteleone sotto la statua de I bronzi di Riace.

Ore 20.00 Presentazione di Lettere Minuscole di Claudio Dionesalvi, edizioni Le Pecore Nere. L’autore dialoga con Maria Pina Iannuzzi e Regina Cellino sotto la statua di Ettore e Andromaca.

15 settembre

Ore 17.00 Presentazione de Il tempo della madre di Ida Lo Sardo, edizioni Erranti. L’autrice dialoga con Maria Emilia Cuzzilla sotto la statua de Le tre sorelle.

Ore 18.00 Presentazione di Malinverno di Domenico Dara, edizioni Feltrinelli. L’autore dialoga con Marta Monteleone sotto la statua Ettore e Andromaca

Ore 19.00 La redazione di Registro Sconnesso presenta il nuovo numero, Formarsi, sotto la statua di La rinascita della cultura

Ore 20.00 Performance poetica su Manifestar di Dai Sombra, edizioni traduzione di Elisa Stefania Tropea, sotto la statua di San Giorgio e il Drago

16 settembre

Ore 17.00 Presentazione di Fuori dagli Sche(r)mi di Luca Baroncini, Talos Edizioni. L’autore dialoga con Osvaldo Tartaro, reading a cura di Francesca Marchese, sotto la statua Grande maternità

Ore 18.00 Presentazione di Ti abbraccio, Teheran!, diDoris Bellomusto e Tiziana Tosi, Le Pecore Nere edizioni. Le autrici dialogano con Vittoria Morrone e Maria Francesca Magno sotto la statua Testa di Cariatide

Ore 19.00 Presentazione di Sogni e incubi di Marco Cavalcante edizioni Erranti. L’autore dialoga con Tiziana Serra Caruso e Lucia Ungaro sotto la statua Lupo della Sila

Ore 20.00 Presentazione di Mezze misure di Franco Dionesalvi, edizioni Erranti.Reading poetico a cura di Ernesto Orrico, Musiche Franco Caccuri sotto la statua I grandi archeologi

A seguire, tutte le sere, presso La Base, si continuerà con DJ set e aperitivo.

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