Il topic dei social è da sempre molto discusso ed è molto importante da affrontare. Le piattaforme social alle quali siamo iscritt* e che utilizziamo quotidianamente hanno tanti pro, quali la socializzazione, l’apprensione di nuovi contenuti e l’intrattenimento, però, purtroppo, i social nascondo anche un lato molto oscuro. Ad esempio, prendiamo Instagram: su questo social usiamo postare foto di noi stessi, di quello che facciamo ma anche dei nostri corpi e da qui, al giorno d’oggi, nascono diverse problematiche psicologiche legate all’autostima in sé stessi. Instagram è, infatti, il primo social network che stabilisce dei canoni di bellezza, il problema è che niente di ciò che vediamo è reale. Questo, infatti, nell’ultimo periodo è la prima causa dello sviluppo di disturbi alimentari e dell’autostima in molte persone, adolescenti e anche adulti e di ogni sesso, che vengono bombardati da contenuti a sfondo estetico irreali, poiché spesso modificati con programmi appositi, o addirittura irrealizzabili in modo sano, in quanto ci viene fatto vedere il risultato di un corpo dopato che anche anni di attività in palestra non riusciranno a dare. Di recente, a riguardo, è stato diffuso in rete un video che dimostra, appunto, come anche modelli estetici molto famosi fanno uso di photoshop ed effetti speciali per avere un corpo conforme ad un canone irraggiungibile, parliamo del caso del video di Kendall Jenner nel quale si nota palesemente un assottigliamento (non necessario) della sua vita.
Un altro social che se utilizzato nella maniera sbagliata crea non poca tossicità è Twitter. Questa piattaforma è molto utile per creare amicizie virtuali e scambiarsi opinioni, peccato che questo scambio di opinioni quasi sempre risulta tutto tranne che civile in quanto, col tempo, è diventato un social sul quale si scaricano le proprie frustrazioni creando quindi un circolo continuo di stress e nervosismo, cosa che prima accadeva molto di più nella sezione commenti di Facebook. Per non parlare della diffusione di fake news date da utenti senza identità che porta ad una inevitabile disinformazione dell’intera community.
Di recente il social che per eccellenza disegna dei canoni di vita è Tik Tok. È vero che è una piattaforma con contenuti molto interessanti, d’intrattenimento, simile a quello che faceva YouTube ma più in breve, però è un social che comunque ha raddoppiato gli standard di vita tra la visione di vlog di viaggio e racconti di una vita al di sopra della media. Un grande esempio potrebbe essere la tiktoker Federica Scagnetti che ha fatto successo attirando un grande pubblico interessato alla sua vita “apparentemente” perfetta, con una famiglia unita, economicamente benestante, amici, feste e inviti ad eventi molto importanti.
Da qui sorge spontanea una domanda: come si fa successo sui social? Perché siamo interessati a personaggi che di base offrono solo apparenza?
La risposta sta proprio in quello che non abbiamo noi. Guardiamo contenuti di persone che hanno tutto quello che vorremmo, spesso questo fenomeno varia dall’ammirazione all’invidia creando il fenomeno dell’hate speech, i famosi “haters”.
Un ultimo grande problema dell’utilizzo dei social è un fenomeno chiamato “phubbhing”, cioè quando in compagnia non si comunica dal vivo ma si tende a tenere la testa china sul cellulare a controllare le notifiche. Questo fa sentire l’interlocutore ignorato ma è un effetto dovuto ad un vero e proprio abuso delle nuove tecnologie, che sfocia in una vera e propria dipendenza, così come accade con i videogiochi e la nuova tecnologia, un grande esempio è l’effetto che ha dato il videogioco Genshin Impact ai gamers del gioco che quasi non escono più di casa per giocarci e ne sono letteralmente ossessionati. I social, la tecnologia, con la pandemia da covid-19 hanno accelerato questi processi negativi, soprattutto nei più giovani, tutt* quell* che in questo periodo si sono affacciati al mondo dei social, ma non solo, perché l’utilizzo errato di queste piattaforme, come ben possiamo vedere, deriva soprattutto dai più adulti. Dunque l’utilizzo delle piattaforme social e della tecnologia in generale va ridimensionato con il giusto insegnamento e una buona sensibilizzazione, non tanto nei tempi quanto più nei modi, così da capire che ciò che vediamo sui social non è realtà, è una vetrina, fa vedere solo qualità ma non difetti, è un contenitore di tante piccole frustrazioni e va utilizzato diversamente, cioè per l’uso per cui sono stati creati: sana socializzazione e comunicazione.